In queste pagine sono riportati alcuni consigli importanti per chi studia.
Il testo è stato predisposto dallo psicologo dottor Stefano Di Carlo.
Per cominciare, ci pare utile, ad uso di chi sta studiando, un breve test perchè ci si possa rendere conto di quanto si è bravi a studiare (e quindi poter correggere le proprie modalità di studio per imparare meglio e con più facilità).
TEST : quanto sei bravo a studiare?
1. Quando mi sento indietro rispetto ai miei compagni, mi sforzo di colmare la lacuna senza che nessuno mi esorti a farlo
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
2. Continuo a studiare un argomento noioso, finchè non l'ho terminato
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
3. Appena inizio a studiare un nuovo argomento, prima do ad esso uno sguardo generale
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
4. Quando completo lo studio di un capitolo, lo ripasso più volte
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
5. I compiti per casa li eseguo all'ultimo minuto
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
6. Organizzo e schematizzo al più presto gli appunti presi durante le lezioni
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
7. Se non riesco a capire parte di un capitolo, mi scoraggio e non studio più per quella giornata
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
8. Mi viene difficile individuare le informazioni principali dell'argomento che sto studiando
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
9. Consulto il dizionario quando incontro parole che non conosco
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
10. Prima studio gli argomenti più interessanti e poi quelli noiosi
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
11. Quando non riesco a capire qualche concetto che trovo nel testo di studio, mi arrabbio
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
12. Quando studio un nuovo capitolo o libro, mi sforzo di trovare dei collegamenti con le informazioni che possiedo
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
13. Studio ciò che l'insegnante mi assegna, anche se non mi interessa
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
14. Mentre studio, mi alzo spesso dalla scrivania per telefonare, leggere il giornale, guardare la TV
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
15. Eseguo i compiti per casa che l'insegnante mi assegna
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
16. Quando non capisco subito un argomento di studio, mi scoraggio e passo ad un altro
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
17. Gli studenti che studiano un argomento a memoria ricevono voti più alti di chi li riferisce in modo personale
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
18. Quando leggo, torno anche indietro perchè non ho capito il significato di una frase
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
19. Sono convinto che molte materie sono inutili
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
20. Dopo aver preso un voto negativo, mi viene voglia di non studiare più
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
21. Ho difficoltà a mantenere a lungo la concentrazione
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
22. Ho i miei appunti in ordine, secondo la materia e l'argomento
mai
talvolta
spesso
molto spessosempre
23. Dopo ogni interrogazione, rifletto sulle lacune e sui punti forti della mia preparazione
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
24. Mi devo sforzare prima di iniziare a studiare
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
25. Normalmente prima studio, poi gioco
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
26. I capitoli lunghi li divido in sezioni più brevi
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
27. Gli oggetti che mi possono distrarre, li tengo lontano dalla scrivania
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
28. Faccio le ore piccole a studiare prima di ogni interrogazione
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
29. Leggo più lentamente di quanto vorrei
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
30. Imparare a memoria gli argomenti, è il modo migliore di fare bella figura alle interrogazioni
mai
talvolta
spesso
molto spesso sempre
Ora hai il compito di calcolare il punteggio globale, eseguendo la somma dei punteggi che ti sei attribuito.
Attenzione però!
Ti abbiamo un po' imbrogliato le carte. Scusaci, ma lo abbiamo fatto per il tuo bene.
I numeri delle affermazioni sottolineati dovranno essere invertiti rispetto a quelli non sottolineati. Ciò vuol dire, ad esempio, che in questi casi il punteggio 1 varrà 4, mentre 2 varrà 3, 3 ovviamente 2 ed infine 4 varrà 1.
Una volta che avrai compiuto questa operazione esegui la somma. Se avrai ottenuto un punteggio inferiore a 80, ti conviene apprendere bene le tecniche per studiare e memorizzare.
Se, al contrario, avrai conseguito un punteggio superiore, seguici per migliorarti.
Tecniche per memorizzare
Il sistema numerico-consonantico
1 diventa t (d) perchè la t è formata da un solo tratto;
2 diventa n (gn) perché la n ha due gambe;
3 diventa m;
4 diventa r perchè la r scritta a mano può somigliare a un 4;
5 diventa L (gl) perchè è il numero romano 50;
6 diventa c (g) dolce (cena, gelato) per somiglianza;
7 diventa c (g, qu) duro: cassette;
8 diventa f perchè la f scritta a mano somiglia a un 8;
9 diventa p (b) perchè la p rivolta all'indietro somiglia a un 9; 0 diventa z (s, sc), che è l'iniziale di zero. Le doppie consonanti valgono una sola cifra (puffo = 98).
Una volta assimilate queste regole, è facile trasformare qualunque numero in una parola.
Esempi di date di nascita e di morte (l'uno del millennio si trascura): Leopardi (1798-1837), Che puffo/ fu! Macchè! Dante (1265-1321), Nocciolo minuto
Per richiamare alla memoria puoi, inoltre, usare termini a cui agganciarti, parole-chiave e frasi in rima. Es: Per ricordare i grandi laghi italiani uso: MaGICo = Lago Maggiore, Garda, Iseo, Como.
Es: la frase: "ma con gran pena le reca giù", comprende tutti i nomi delle Alpi da occidente a oriente. Prova a trovarli!
Rime: Trenta dì conta settembre con april giugno e settembre etc.
La tecnica dei loci
E' la tecnica più antica utilizzata anche da Cicerone. Consiste nel fissare nella memoria la successione dei luoghi conosciuti della casa, o percorso concreto, collegando le informazioni da ricordare.
Lo puoi sperimentare con gli idilli leopardiani: A Silvia, Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il Sabato del villaggio, Il passero solitario, Il canto notturno di un pastore errante per l'Asia. Il tema d'italiano
1) Nell'analisi della traccia devi tenere conto dell'argomento, della parola limite e della parola chiave. Esempio: Descrivi le cause dell'inquinamento della terra. Argomento = inquinamento; parola limite = cause e terra; parola chiave = descrivi.
2) Nella raccolta del materiale puoi utilizzare uno schema che ti possa agevolare nella visione d'assieme dell'argomento. Ti porto un esempio con questa ruota delle idee.
Il Tema
1) La prima stesura deve prevedere: introduzione, esposizione, conclusione. L'introduzione deve essere concisa e deve attirare l'attenzione di chi legge; l'esposizione deve seguire una scaletta di idee, un percorso logico; la conclusione deve essere, pure, breve, non in contrasto con l'introduzione e serve per chiudere in bellezza.
2) L'organizzazione del testo deve privilegiare la logica e l'incedere della trattazione dell'argomento.
3) Nella revisione finale devi "pulire" il testo da ripetizioni, frasi comuni, espressioni esagerate, tautologie, periodi troppo lunghi o corti, eventuali errori di distrazione.
4) Prima di presentare il compito è meglio curare la trascrizione dello stesso in bella copia. Una buona presentazione grafica facilita l'ottima impressione.
Ecco alcune possibili scalette :
1) DESCRIVERE = delineare a parole, indicando caratteristiche e qualità.
Per descrivere persone o animali
a) CHI E'
- come si chiama
- sesso
- età
- razza
- provenienza
- parentela
b) ASPETTO FISICO
- voce
- suono
- modo di presentarsi
- vestito
c) COMPORTAMENTO
- cosa fa
- come si comporta
- abitudini
- pregi/difetti
- carattere
DESCRIVERE LUOGHI O AMBIENTI
A) COSA E'
- dove si trova
- elementi percettibili sotto i sensi
- parti che lo compongono
B) QUALITA'
- pregi/difetti
- destinato a…
- chi sono le persone o gli animali che vi abitano
C) STORIA
- com'è cambiato nel tempo
- analogia con…
- cosa suscita a livello emotivo
ESPORRE = fornire dati o notizie riguardanti :
a) Argomenti oggetto di studio
b) Risultati di una ricerca
c) Dati in ordine a fenomeni scientifici, sociali, politici.
D) Esperienza personale
RACCONTARE = narrare un fatto vero o immaginario con
personaggi principali o secondari.
Si articola in :
1) Antefatto : Nel villaggio c'era il problema dell'inondazione
2) Esordio o situazione iniziale : Regnava il principe You.
3) Fatto centrale : Quell'anno l'inondazione del fiume Giallo fu
devastante per il villaggio.
4) Peripezie : Difficoltà e traversie del popolo e del principe.
5) Epilogo : Il villaggio fu salvato dal principe You.
6) Conseguenze : Si pensò a scavare gli argini per evitare una nuova
inondazione.
Per narrare una cronaca puoi seguire, invece, questa scaletta :
a) chi : persona
b) che cosa : fatto
c) : quando : tempo
d) : dove : luogo
e) : perché : spiegazione
INTERPRETARE O VALUTARE = spiegare il significato, dando
una valutazione.
Necessità di :
- Parte informativa = Testo o spettacolo
- Parte descrittiva = Presentazione dell'oggetto in forma riassuntiva
- Parte interpretativa = Contiene l'analisi sul piano del contenuto.
- Parte valutativa = Contiene il giudizio.
ARGOMENTARE = sostenere con prove le proprie opinioni.
La struttura di base è :
PROBLEMA
TESI
ARGOMENTI A FAVORE DELLA TESI
CONCLUSIONE
Oppure :
PROBLEMA
TESI
ARGOMENTI A FAVORE DELLA TESI
ANTITESI
ARGOMENTI A FAVORE DELL'ANTITESI
CONFUTAZIONI DEGLI ARGOMENTI (ANTITESI)
CONCLUSIONI. Efficacia nel fare un riassunto
Segui queste indicazioni:
A) Leggere attentamente il testo
B) Identificare i concetti principali
C) Usare i periodi brevi
D) Usare parole proprie
E) Non aggiungere considerazioni personali
F) Non inventare
G) Dividere i capoversi. Imparare a leggere con efficacia tecnica:
- LEGGI: La prima cosa da fare è avere una visione d'assieme e scoprire cosa ti aspetta. Ti potrai porre delle domande o confrontare su quello che già conosci.
- ESPLORA: Annota, sottolinea, evidenzia, organizza quanto reputi importante. Potrai porti delle domande da chiarire o a cui rispondere.
- RILEGGI: Rivedi analiticamente tutto il capitolo soffermandoti su quanto evidenziato e sulle sintesi fulminanti ai margini della pagina.
- RIELABORA: Appropriati dei contenuti "masticando e digerendo" secondo il tuo stile cognitivo.
- RIPASSA: In questo modo memorizzi di più e stabilizzi quanto appreso. Schemi per tutti gli usi
Esempi di schemi
Linee cronologiche per le lezioni di Storia.
Gli alberi sono più familiari agli studenti di biologia e ai genealogisti, ma possono essere usati per molte materie scolastiche.
Diagramma di flusso per matematica.
Mappa di studio per italiano.
Diagrammi a forma di sole o orologi per i punti che presentano sequenze particolari.
schema 1
Diagrammi a grappolo o linee che si diramano per brevi relazioni
schema 2
Abbreviazioni per appunti
Ora organizza gli appunti secondo tue personali modalità, tenendo presente che puoi seguire un'organizzazione tradizionale che prevede: sulla parte centrale e alta l'argomento; gli argomenti più rilevanti saranno contrassegnati da numeri romani; quelli di secondaria importanza da numeri arabi e gli altri da lettere.
Per gli appunti dal testo: devi estrarre le principali informazioni, li classifichi, li organizzi come descritto precedentemente e sarai agevolato nella memorizzazione. Superare la paura
La paura è un presagio inquietante di un pericolo reale e specifico, come un qualcosa di temuto o sconosciuto che possa succedere.
Essa mobilita il nostro organismo mettendolo nella condizione d'affrontare qualsiasi emergenza con due modalità denominate, rispettivamente, con i due termini inglesi flight e fight (fuga e lotta).
Gli effetti della paura possono manifestarsi a diversi livelli :
Fisiologico (palpitazioni, sudorazioni, pressione al torace, respirazione aritmica ed affannosa, dilatazione delle pupille etc.).
Mentale: con alterazioni dei processi visivi, perdita di memoria, annebbiamento di idee.
Comportamentale: si attua la risposta detta "di evitamento". Ma il fatto è che più si evita, più aumenta la paura.
Comunicazionale: (verbale e non verbale) Si avrà difficoltà ad esprimere concetti, si salterà di "palo in frasca" e a livello paralinguistico si noteranno tremori della voce, pause, silenzi, balbettii.
PAURA DURANTE L'INTERROGAZIONE
Cosa ti può succedere durante l'interrogazione, quando l'ansia supera i limiti della accettazione/sopportazione?
1) black-out mentale. Abbiamo la risposta sulla punta della lingua, ma non ci viene fuori.
2) Non avendo la risposta appropriata se ne spara una a casaccio nella speranza di impressionare favorevolmente l'insegnante.
3) Esporre in maniera disordinata tutto il materiale appreso.
QUALI RIMEDI
Cosa fare per detendere l'ansia?
A) Respirare più lentamente e profondamente.
B) Contare il numero dei tuoi respiri e tentare di diminuirli.
C) Attuare una qualsiasi forma di rilassamento che conosci (training autogeno, rilassamento di Jacobson, yoga, ...).
D) Osservare un oggetto qualsiasi e allontanare i pensieri.
E) Attuare la desensibilizzazione sistematica con la quale, mentalmente,
rivedi le situazioni, dalle meno ansiogene alle più ansiogene e, aD ogni sequenza, esegui una respirazione profonda e calma che faccia da contraltare alle tue preoccupazioni.
F) Imponiti per mezz'ora di esagerare le paure di un'interrogazione e queste, aLla fine, diminuiranno per effetto paradossale.
G) Collega le interrogazioni ad esperienze positive.
Se non trovi giovamento da nessuno di questi suggerimenti, sappi che si può vincere l'ansia eccessiva, facendosi aiutare da un bravo professionista del settore.
Un piccolo trucchetto per rimediare alla bocca secca che, come conseguenza del tuo nervosismo, ti impedisce quasi di far uscire le parole, morditi leggermente la lingua. Questo farà subito aumentare la secrezione di saliva, con l'effetto di diminuire il disagio della bocca secca.
Le trappole da evitare durante le lezioni in aula
Il consiglio fondamentale: concentrati ad ascoltare l'insegnante durante le spiegazioni così da comprendere le trame e il significato delle lezioni. Questo ti risparmierà il 40% della fatica nello studio.
Ecco, di seguito, una serie di "trappole" che puoi trovare durante una lezione in classe nelle quali ti consigliamo vivamente di non cadere.
- Partecipare alle lezioni con dei preconcetti negativi nei riguardi dell'insegnante e della materia, è come scavarsi la fossa prima di morire.
- Non sforzarsi a comprendere parole o concetti complessi, ti porterà a rimanere sempre con il cervello a livello elementare. Chiedendo spiegazioni, farai contento anche l'insegnante.
- Stare a scuola con mille pensieri distraenti o emozioni disturbanti, ti farà sentire come un pesce fuor d'acqua.
- L'assenza di interesse per gli argomenti presentati ti farà appartenere agli "scaldabanchi" e ti farà sudare di più a casa.
- Se presti attenzione agli aspetti formali delle lezioni o ai calzini degli insegnanti, perderai la comprensione dei contenuti e sarai sempre un uomo che annaspa in mare.
- Prestando attenzione agli aspetti marginali della lezione, perderai di vista quelli più rilevanti. Il docente, in genere, caratterizza i contenuti più importanti con riferimenti diretti, ripetizioni dei concetti, messaggi centrali all'interno del flusso delle informazioni, cambio del volume di voce, pause e cambiamenti della postura che indicano maggiore tensione e forza.
- Interrompendo spesso l'insegnante, spezzetterai la sua spiegazione e fari più fatica a capire globalmente il contenuto.
- Farsi distrarre o sedurre dal "Lucignolo" di turno, ti porterà ad essere competente negli "aerei di carta" e non nelle materie di studio. (lezione nr. ...)
Vediamo ora cosa succede a casa mentre ci si sta impegnando nello studio. O, forse più spesso, mentre si pensa che è arrivato il momento di sedersi al tavolo per prendere in mano il libro e studiare.
Le "trappole" che ci aspettano quando si studia a casa
- Ci sono mille stimoli distraenti che ti ritardano il momento dell'inizio dello studio. Non farti fuorviare, in fondo il tempo che passerai studiando non è poi molto e avrai tempo dopo per fare altre cose.
- Vinci la cattiva abitudine a comportarti come la farfalla che vola da un fiore all'altro senza riuscire a fissarsi con forte concentrazione su quello che devi fare.
- Di fronte a qualche difficoltà d'apprendimento non scoraggiarti. Ripeti passo passo gli argomenti, accertati di aver capito ogni singolo punto ripetendolo, eventualmente chiedi aiuto.
- La mancanza totale di interesse per la materia è una delle trappole più insidiose. Ma non può fermare chi ha la voglia (o la necessità) di superare l'ostacolo.
- Vinci la tendenza a rinviare, per mille motivi, il momento di iniziare a studiare perché questo continuo rinviare ti fa percepire lo studio come un tormento.
- E' utile avere idee chiare sul tempo da dedicare ai contenuti più rilevanti, distinguendoli da quelli che hanno un'importanza più marginale.
- Portarsi addosso insonnia, stress ed emozioni irrisolte provoca sicuri effetti negativi sull'efficacia del tuo studio. Se non riesci ad evitare queste trappole vai poco lontano. Ti consiglio un cambio di rotta e la nave raggiungerà il porto!
Che studente sei? In quale tipo ti riconosci?
1. Il farfallone estroverso
Ama l'idea di studiare, ma non ama studiare. E' dedito alla ricerca di nuovi materiali di studio che fanno tendenza, ma rimanda con facilità l'inizio dello studio. Si fa distrarre da qualsiasi cosa in quanto alla base di tutto c'è una mancanza di volontà. In questo modo, rischia dI avere poco successo non solo negli studi ma anche nella vita.
2. Il secchione angosciato
Si tormenta e si angoscia continuamente. Studia come un dannato senza alcuna gioia ma con la costante paura di non essere all'altezza della situazione, di non arrivare in tempo a studiare tutte le materie e di non possedere tutte le conoscenze del caso. Il punto debole di questi studenti è la mancanza di serenità interiore e del distorto sistema percettivo-reattivo tra sè e sè, tra sè e gli altri e tra sè e il mondo.
3. Il secchione ingordo
A lui piace studiare e non soffre; anzi è contento quando gli insegnanti assegnano parecchi compiti. Studia molto, ma si tratta d'un lavoro fine a sè stesso. Per questo motivo si prende tutte le maledizioni dei compagni.
4. Il narcisista
Sa sfruttare bene le potenzialità del suo cervello, ma è tronfio di sè, innamorato della sua intelligenza come Narciso della sua bellezza. Ama mostrarsi agli altri per la sua cultura e vive come il culturista per plasmare, lustrare, gonfiare ed esibire i propri muscoli. Il narcisista è malvisto dai compagni e ha scelto di privilegiare il cervello rispetto a tutta la sua personalità.
5. Lo studente modello
Studia con raziocinio e impegno. Non è angosciato dall'idea di fare "bella figura", nè è ingordo. Studia con impegno ciò che gli interessa anche al di fuori delle materie perché è spinto da un sano piacere della conoscenza e dell'acculturazione. E' critico nei confronti delle cose ed è assertivo nel modo di esporle.
6. Lo studente normale
E' impegnato nello studio per realizzarsi. Non ha tutta la spinta dello studente modello, né si sbizzarrisce in letture o studi al di là delle materie scolastiche. Segue preferibilmente il suo stile cognitivo sia se abbia un approccio globale che analitico.
7. Il creativo
Ha particolare sensibilità nella percezione delle cose, capacità di produrre idee divergenti, capacità di sintesi e analisi in modo nuovo e inusuale. E' sempre pronto a cercare nuove vie e nuove soluzioni. Non è sempre apprezzato, spesso viene trascurato. La creatività unita a un costante impegno allo studio è la chiave del successo.
Ecco: adesso, conoscendo meglio il tuo stile cognitivo e il tipo di studente che reputi di essere, potrai capire di più i tuoi limiti e i tuoi pregi.
Imparare a studiare: a quale tipo cognitivo appartienti?
Per imparare a studiare ed a memorizzare con efficacia ed efficienza, ti è utile conoscere il tuo stile cognitivo.
Ognuno di noi, infatti, ha una sua modalità di percepire, ragionare, risolvere un problema che lo caratterizza e che gli facilita ogni tipo di apprendimento. Conoscerne i limiti o i punti di forza ti aiuterà nella gestione delle modalità di studio. Gli studiosi hanno evidenziato questi quattro principali stili cognitivi:
1. Stile sistematico-intuitivo
Quello sistematico si caratterizza per la procedura a piccoli passi e per il fatto che tiene conto di tutte le variabili in gioco. Richiede più tempo nella risoluzione di un problema, ma dovrebbe portare alla risoluzione certa. Quello intuitivo, invece, lavora, in maniera prevalente, su ipotesi che si cerca di confermare o confutare. Risulta veloce nella risoluzione di un problema, qualora l'ipotesi sia corretta.
2. Stile cognitivo globale-analitico
Manifesta la tendenza alla visione d'insieme o a quella analitica (Es.: si vede prima la foresta o gli alberi?). La cosa migliore sarebbe quella di non irrigidirsi nelle posizioni ma adeguarsi alle situazioni e alla complessità delle cose.
3. Stile cognitivo impulsivo-riflessivo
E' quello che contrappone di più le persone. La riflessività è più adattiva alle situazioni, mentre l'impulsività, quando non è patologica, porta a una maggiore rapidità. Sono due polarità che però, al solito, sono ottime in differenti contesti di apprendimento.
4. Stile cognitivo verbale-visuale
Si caratterizza per le preferenze che un soggetto ha o per il codice linguistico e per le materie che si basano su di esso (tema d'italiano, lettere, ...) oppure per le attività basate sulla visualizzazione (disegno, grafici, tabelle, colori). L'utilizzo dei due canali di apprendimento faciliterà la velocità di comprensione e la ritenzione della materia.
Come hai avuto modo di notare nessuno stile cognitivo è migliore dell'altro, ma sarà preferibile utilizzarlo a seconda delle situazioni e delle problematiche che vengono affrontate in un dato momento.
Conoscere il proprio stile cognitivo permette un migliore e veloce apprendimento, utilizzando tutte le strategie che risulteranno adatte al tuo caso, ma sarà bene integrarlo con altri stili onde non rimanerne prigionieri.
Sintetizzando il tutto, possiamo dire che:
a) nel caso di una persona razionale, questa ha un metodo: ama imparare a memoria, fa grande uso di schemi; è lento nel capire, ma quando ha "afferrato" non molla la preda;
b) nel caso di un soggetto di tipo intuitivo, invece, questi ha un approccio globale: cerca di avere un quadro generale dell'argomento e poi riempie i "vuoti". Fatica nell'articolare razionalmente quanto ha compreso intuitivamente.